martedì 26 aprile 2011

Il prezzo non è indice di qualità

alimenti1.jpg Il consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela ha stabilito che la mozzarella di bufala a marchio Dop non possa costare meno di 9 euro al kg per garantire la qualità del prodotto ma il prezzo fa davvero la qualità?
In Italia i casi di prodotti lattiero-casearii posti sotto sequestro sono stati tanti e non erano solo quelli con un basso costo ma anche quelli certificati e garantiti con denominazioni Dop Doc e Igp cioè quelli in cui la Comunità Europea, l’Italia e la stessa regione ci avrebbero dovuto assicurare una certa tranquillità per l’acquisto.Il presidente del Consorzio di Tutela Luigi Chianese dichiara che “sarebbe impossibile vendere un’autentica mozzarella di bufala a meno di 9 euro al kg sia per la qualità della materia prima utilizzata, che per il numero e la frequenza di controlli”. La delibera del Consiglio di amministrazione del Consorzio prevede che, nel caso in cui il prodotto mozzarella di bufala Dop venga proposto ai consumatori a meno di 9 euro al kg, scattino i controlli da parte degli organismi preposti: per primi gli ispettori del Consorzio Tutela provvederanno al prelievo di campioni per effettuare le dovute analisi di accertamento attraverso i laboratori ufficiali di controllo.
I tanti controlli effettuati prima di questo provvedimento alla fine forse non sono stati sufficienti perché il mercato è stato inquinato molto e la credibilità in questi prodotti è scesa per la cattiva condotta dei produttori, quindi fare accertamenti solo su quelli che abbassano il prezzo, non sembra una mossa sufficiente ma solo un modo per limitare il mercato Il consumatore ha davvero la garanzia che il prodotto acquistato sia sicuro esclusivamente perché è stato stabilito un prezzo minimo di vendita?
L’unico modo per garantire la salubrità dell’alimento è la presa di coscienza, l’onestà di produrre e vendere i propri prodotti così da essere finalmente e sinceramente orgogliosi del prodotto made in Italy.

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