mercoledì 8 settembre 2010

08/09/2010 - RTI MULTATA DALLE AUTORITÀ!

L’Autorità Antitrust ha multato RTI per 130 mila euro, poiché a seguito di una modifica dei programmi, mascherava una successiva variazione delle tariffe.

Questa variazione di tariffe, e quindi l’aumento del prezzo è avvenuto con il procedimento del silenzio-assenso, successivamente all’invio di una lettera in cui non veniva spiegato in modo esplicito l’aumento delle tariffe, e la possibilità di poter recedere dal contratto. Per questo motivo l’Antitrust chiede di bloccare le nuove tariffe rimborsando gli abbonati il dovuto. Invitiamo tutti coloro che intendano ottenere il rimborsi da RTI a contattarci attraverso il sito “www.udicon.org”.

È giunto il momento, che i consumatori siano rimborsati.

martedì 7 settembre 2010

26/07/2010 - REBOOTIZER: PUBBLICITÀ INGANNEVOLE?


L’Udicon ha già affrontato la questione sottoponendo le proprie perplessità all’Autorità Garante della Comunicazione




Come si può stabilire se una pubblicità è ingannevole o meno? Qual è il confine fra attività di marketing lecite e pratiche scorrette? Quali danni potrebbero derivare dalla ricezione errata di messaggi che, volutamente o no, potrebbero risultare ambigui ed equivoci? Sono questi alcuni dei dilemmi a cui si va incontro nell’analizzare il variegato mondo della pubblicità e, soprattutto, nel valutare gli effetti che questa ha sulla massa dei ricettori che, è bene ricordarlo sempre, dietro un’unica massa indistinta nascondono innumerevoli categorie che si differenziano per età, istruzione, posizione sociale e grado di impressionabilità.

A tal proposito fa parecchio discutere il nuovo prodigioso prodotto a disposizione dei consumatori: si chiama Rebootizer ed è una bevanda digestiva che, basandosi sull’azione di estratti di piante e frutti, rappresenta la nuova speranza per sconfiggere la sbornia. E qui sta il punto dolente della questione. Chi può negare l’incredibile appeal che può avere una bibita capace di far sparire i sintomi di un’ubriacatura? Quanti giovani sarebbero immediatamente disposti a sperimentare sulla propria pelle l’effetto miracoloso di un prodotto che, inoltre, ha il pregio di essere naturale al 100%?

La questione è molto spinosa e nasconde tantissime insidie dietro i proclami entusiastici che ne hanno accompagnato la comparsa e la diffusione in diversi Paesi, tra cui l’Italia. Basta comporre il nome della bevanda magica su Facebook, su Youtube e sui diversi motori di ricerca per scoprire cose molto interessanti: sebbene sul sito di Rebootizer venga precisato che la consumazione di questa bibita non permette la guida in stato di ebbrezza, esistono video al riguardo che affermano il contrario. E poi, anche volendo passare oltre la stessa etimologia del prodotto, di per sé ingannevole (to reboot in inglese significa resettare, portare allo stato originale) , analizzando le FAQ del sito di Rebootizer compare un’affermazione inquietante: “Esso previene la sbornia”. Alzi la mano chi, leggendo questa indicazione, non veda quantomeno un colossale tranello, poiché “prevenire la sbornia” e “portare allo stato originale” non può escludere che l’interpretazione data da chi legge possa essere che bevendo Rebootizer gli effetti dell’alcol spariscono e ci si può comportare come se nulla fosse, mettendosi per esempio al volante dopo aver trangugiato magari un paio di cocktail in discoteca.

L’efficacia di questa bevanda nell’annullare gli effetti della sbornia e nel ridurre la presenza di alcol nel sangue è tutta da verificare, poiché mancano dimostrazioni scientifiche rigorose al riguardo che, vista la delicatezza dell’argomento, sono assolutamente imprescindibili. Ricordiamo che per pubblicità ingannevole si intende una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero o, seppure di fatto corretta, in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, induce o è idonea ad indurre in errore il consumatore medio (Decreto Legislativo 206/2005, art. 21): leggendo la pagina di Facebook dedicata a Rebootizer appare lampante che tutte le persone che ad essa si sono iscritte sono interessate alla possibilità di ricorrere a Rebootizer come difesa dalla sbornia, per poter tornare a casa dopo aver assunto sostanze alcoliche.

L’Udicon ha già affrontato la questione sottoponendo le proprie perplessità all’Autorità Garante della Comunicazione, invitandola a verificare l’esistenze degli estremi per avviare l’istruttoria al fine di verificare l’esistenza di pratiche commerciali scorrette e per disporre, eventualmente, la sospensione della pubblicità oggetto della segnalazione. Fermo restando che la pubblicità ingannevole è sempre da condannare, perché frutto di un malcostume diffuso finalizzato a truffare i cittadini-consumatrori, reputiamo particolarmente grave i casi in cui essa può causare danni molto più gravi: a tal proposito ricordiamo che le stragi del sabato sera, causate da persone che si mettono alla guida in stato di ebbrezza, rappresentano la maggiore causa di mortalità giovanile. Urge una seria riflessione in materia.