venerdì 3 dicembre 2010

sciopero calciatori

Evidentemente non è sufficiente per i calciatori di Serie  “A” italiani, in un momento di crisi nazionale internazionale, guadagnare circa il 2500% in più rispetto uno stipendio medio,
Otto sono i punti della discordia dove traspare un atteggiamento spocchioso e poco rispettoso nei confronti di tanti tifosi e fan che con molta difficoltà arrivano alla fine mese:

-       Contratto flessibile con introiti legati ai risultati. L’Aic lo vuole flessibile solo al 50%, la Lega di serie A lo vuole per intero, compresa l’automatica riduzione degli stipendi in caso di retrocessione in serie B;
-       Professionalità al 100%. Secondo la Lega il calciatore deve fare solo il calciatore, per l’Aic è libero di svolgere un’altra professione durante il tempo libero;
-       Il comportamento dev’essere rigido ed eticamente irreprensibile per la Lega anche fuori dall’orario di gioco o allenamento, mentre per l’Aic i calciatori devono essere liberi di fare quello che vogliono durante il tempo libero;
-       Le terapie fisiche devono rimanere circoscritte allo staff del club per la Lega, mentre per l’Aic i calciatori possono farsi curare da chi vogliono (come già avviene con gli specialisti come Martens che cura i più grandi campioni di qualsiasi club);
-       Le sanzioni per la Lega devono essere pagate dal club in modo automatico, per l’Aic invece bisogna sempre rimettersi alla decisione del collegio arbitrale. Inoltre l’Aic vuole avere mano libera nelle sanzioni ai propri calciatori, svincolandole dall’ingaggio (attualmente non si può superare il 30% dello stipendio);
-       Il presidente del collegio arbitrale dev’essere scelto esternamente dalla Lega; tramite sorteggio interno dall’Aic;
-       Per la Lega un allenatore può allenare una squadra in due gruppi distinti, per l’Aic i calciatori devono invece stare tutti uniti;
-       Il punto più dibattuto è l’ultimo, quello dei trasferimenti. Per la Lega un calciatore non può rifiutare il trasferimento ad un club dello stesso livello di quello in cui si trova attualmente e che gli garantisca lo stesso stipendio, se il suo club di appartenenza si accorda per la vendita del cartellino. In caso di rifiuto, il contratto si intende rescisso automaticamente con una multa da pagare da parte del calciatore che ammonta al 50% del suo stipendio. L’Aic si oppone totalmente a quest’iniziativa.

Noi crediamo che la flessibilità nel contratto e la professionalità al cento per cento non siano un ostacolo etico ed economico, così come un comportamento irreprensibile anche fuori dell’orario di gioco e allenamento
Ecco la nostra domanda: “chi risarcirà i consumatori abbonati che non potranno godere dello spettacolo per cui hanno pagato?” É vero che la partite in oggetto verranno regolarmente disputate quasi certamente, tuttavia non in un giorno feriale, perciò molti consumatori, visto gli orari e il probabile giorno lavorativo, non potranno vedere la partita.
Sarebbe bello, infatti, vista le rivendicazioni sindacali dei nostri “operai” tutelare anche i diritti degli abbonati.

giovedì 25 novembre 2010

CANONE RAI PER OGNI CONTRATTO DI ENERGIA

http://www.corriere.it/economia/10_novembre_25/selezioni-incentivi-canone-rai_bf5bf974-f86f-11df-a985-00144f02aabc.shtml

Mi sembra assurda questa iniziativa. Era iniqua prima che ci costringeva a pagare il canone avendo una tv di proprietà, ora addirittura pretendono di farlo pagare a tutti i contratti di fornitura di energia elettrica.
Io credo che il canone sia giusto pagarlo se usufruisco del suo servizio, per chi come me non vede tv dovrebbe essere esentato.

lunedì 22 novembre 2010

come funziona una associazione consumatori

Vi propongo un primo tema  su cui discutere, proporre e riflettere.
Associazione come strumento complementare ai nostri servizi?
Risorsa preziosa per coinvolgere nuovi e numerosi utenti?
Strumento per rafforzare o ampliare i contatti con realtà istituzionali e associative del proprio territorio?
Queste sono solo alcune delle tante domande che vi proporremo prossimamente e aspettiamo il vostro contributo non solo per risposte ma anche per proposte.
Alla prossima, Coordinamento Nazionale

mercoledì 8 settembre 2010

08/09/2010 - RTI MULTATA DALLE AUTORITÀ!

L’Autorità Antitrust ha multato RTI per 130 mila euro, poiché a seguito di una modifica dei programmi, mascherava una successiva variazione delle tariffe.

Questa variazione di tariffe, e quindi l’aumento del prezzo è avvenuto con il procedimento del silenzio-assenso, successivamente all’invio di una lettera in cui non veniva spiegato in modo esplicito l’aumento delle tariffe, e la possibilità di poter recedere dal contratto. Per questo motivo l’Antitrust chiede di bloccare le nuove tariffe rimborsando gli abbonati il dovuto. Invitiamo tutti coloro che intendano ottenere il rimborsi da RTI a contattarci attraverso il sito “www.udicon.org”.

È giunto il momento, che i consumatori siano rimborsati.

martedì 7 settembre 2010

26/07/2010 - REBOOTIZER: PUBBLICITÀ INGANNEVOLE?


L’Udicon ha già affrontato la questione sottoponendo le proprie perplessità all’Autorità Garante della Comunicazione




Come si può stabilire se una pubblicità è ingannevole o meno? Qual è il confine fra attività di marketing lecite e pratiche scorrette? Quali danni potrebbero derivare dalla ricezione errata di messaggi che, volutamente o no, potrebbero risultare ambigui ed equivoci? Sono questi alcuni dei dilemmi a cui si va incontro nell’analizzare il variegato mondo della pubblicità e, soprattutto, nel valutare gli effetti che questa ha sulla massa dei ricettori che, è bene ricordarlo sempre, dietro un’unica massa indistinta nascondono innumerevoli categorie che si differenziano per età, istruzione, posizione sociale e grado di impressionabilità.

A tal proposito fa parecchio discutere il nuovo prodigioso prodotto a disposizione dei consumatori: si chiama Rebootizer ed è una bevanda digestiva che, basandosi sull’azione di estratti di piante e frutti, rappresenta la nuova speranza per sconfiggere la sbornia. E qui sta il punto dolente della questione. Chi può negare l’incredibile appeal che può avere una bibita capace di far sparire i sintomi di un’ubriacatura? Quanti giovani sarebbero immediatamente disposti a sperimentare sulla propria pelle l’effetto miracoloso di un prodotto che, inoltre, ha il pregio di essere naturale al 100%?

La questione è molto spinosa e nasconde tantissime insidie dietro i proclami entusiastici che ne hanno accompagnato la comparsa e la diffusione in diversi Paesi, tra cui l’Italia. Basta comporre il nome della bevanda magica su Facebook, su Youtube e sui diversi motori di ricerca per scoprire cose molto interessanti: sebbene sul sito di Rebootizer venga precisato che la consumazione di questa bibita non permette la guida in stato di ebbrezza, esistono video al riguardo che affermano il contrario. E poi, anche volendo passare oltre la stessa etimologia del prodotto, di per sé ingannevole (to reboot in inglese significa resettare, portare allo stato originale) , analizzando le FAQ del sito di Rebootizer compare un’affermazione inquietante: “Esso previene la sbornia”. Alzi la mano chi, leggendo questa indicazione, non veda quantomeno un colossale tranello, poiché “prevenire la sbornia” e “portare allo stato originale” non può escludere che l’interpretazione data da chi legge possa essere che bevendo Rebootizer gli effetti dell’alcol spariscono e ci si può comportare come se nulla fosse, mettendosi per esempio al volante dopo aver trangugiato magari un paio di cocktail in discoteca.

L’efficacia di questa bevanda nell’annullare gli effetti della sbornia e nel ridurre la presenza di alcol nel sangue è tutta da verificare, poiché mancano dimostrazioni scientifiche rigorose al riguardo che, vista la delicatezza dell’argomento, sono assolutamente imprescindibili. Ricordiamo che per pubblicità ingannevole si intende una pratica commerciale che contiene informazioni non rispondenti al vero o, seppure di fatto corretta, in qualsiasi modo, anche nella sua presentazione complessiva, induce o è idonea ad indurre in errore il consumatore medio (Decreto Legislativo 206/2005, art. 21): leggendo la pagina di Facebook dedicata a Rebootizer appare lampante che tutte le persone che ad essa si sono iscritte sono interessate alla possibilità di ricorrere a Rebootizer come difesa dalla sbornia, per poter tornare a casa dopo aver assunto sostanze alcoliche.

L’Udicon ha già affrontato la questione sottoponendo le proprie perplessità all’Autorità Garante della Comunicazione, invitandola a verificare l’esistenze degli estremi per avviare l’istruttoria al fine di verificare l’esistenza di pratiche commerciali scorrette e per disporre, eventualmente, la sospensione della pubblicità oggetto della segnalazione. Fermo restando che la pubblicità ingannevole è sempre da condannare, perché frutto di un malcostume diffuso finalizzato a truffare i cittadini-consumatrori, reputiamo particolarmente grave i casi in cui essa può causare danni molto più gravi: a tal proposito ricordiamo che le stragi del sabato sera, causate da persone che si mettono alla guida in stato di ebbrezza, rappresentano la maggiore causa di mortalità giovanile. Urge una seria riflessione in materia.