mercoledì 27 aprile 2011

Lavoro: booum dei voucher

voucher_lavoro_accessor.png Siete lavoratori occasionali? Allora sicuramente avrete sentito parlare di voucher lavoro. Il buono lavoro (o voucher lavoro) è un sistema di pagamento del lavoro occasionale accessorio, cioè di quelle prestazioni di lavoro svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro in modo discontinuo e saltuario, introdotto dalla legge Biagi e partito ufficialmente nell’estate del 2008.
I buoni, emessi dall’Inps e venduti anche nelle Poste e nelle tabaccherie (successivamente alla convenzione siglata tra Inps e Federazione Italiana Tabaccai nel marzo 2010), del valore di dieci, venti e cinquanta euro sono così ripartiti: il 13% dell’importo è destinato alla Gestione separata dell’Inps, il 7% all’assicurazione Inail e il 5% per la gestione del servizio. Il valore netto quindi, di un buono di 10 euro ammonterebbe a 7,50 euro.
Questo metodo permette al datore di lavoro (privato) di beneficiare di prestazioni nella completa legalità, con copertura assicurativa Inail per eventuali incidenti sul lavoro, senza stipulare alcun tipo di contratto. Il lavoratore d’altra parte, può integrare le sue entrate attraverso le prestazioni occasionali il cui compenso è esente da ogni imposizione fiscale e non incide sullo stato di disoccupato, inoccupato ed è totalmente cumulabile con i trattamenti pensionistici.
Secondo le rilevazioni Inps, i voucher hanno riscosso un successo enorme nel territorio nazionale: in meno di tre anni sono stati venduti 15.334.521 voucher ( di cui 1,5 acquistati per via telematica) per un valore che supera i 150 milioni di euro e negli ultimi tre mesi si è registrato un incremento del 17,85%, che tradotto in cifre significa quasi due milioni di voucher venduti in poco meno di cento giorni.
I settori che hanno fatto maggior ricorso dei buoni sono: l’agricoltura (50%) seguito dal commercio (9%), dai servizi (7%) e turismo (4%), che hanno maggior bisogno di lavoratori stagionali.
Se al Nord i voucher sono ormai diventati una consuetudine (ai primi nove posti infatti troviamo regioni dell’Italia centro-settentrionale con il Veneto in testa) nel Sud la pratica fa ancora fatica a decollare. In coda alla classifica si trovano la Campania, Basilica e Calabria, regioni in cui il lavoro nero (soprattutto nei campi e nei cantieri edili) riveste ancora un ruolo importante del mercato occupazionale.

Equitalia: i servizi a portata di click

27-04-2011 equitalia.jpg Nasce gruppoequitalia.it il nuovo portale bilingue di Equitalia che consente un miglior approccio tra i contribuenti e la società incaricata alla riscossione dei tributi e contributi sul territorio nazionale.
Appena si accede al portale risaltano subito alla vista i due box centrali, quello dei “Servizi on-line” e quello degli “Strumenti”. Il primo consente di consultare l’estratto conto, pagare i tributi on-line, contattare l’assistenza, fissare un appuntamento in sede o entrare nell’area Enti. Invece, attraverso il box “Strumenti” è possibile calcolare le rate, scaricare il modulo per la rateazione, richiedere compensazioni e cercare sia il codice tributo, sia il conto corrente postale ICI.
Inoltre è disponibile la funzione “Trova lo sportello più vicino” che permette di trovare lo sportello Equitalia più vicino alla propria posizione geografica.
«La nascita di un portale unico per tutto il Gruppo Equitalia – dice il direttore generale, Marco Cuccagna – segna un traguardo importante perché, oltre a determinare numerosi vantaggi per gli utenti web, rafforza anche il senso di integrazione degli agenti della riscossione in un’unica squadra che opera sul territorio con un approccio condiviso e coordinato e che da oggi può dialogare con i cittadini attraverso una piattaforma comune».
Equitalia spa è una società per azioni, a totale capitale pubblico (51% Agenzia delle Entrate, 49% Inps) incaricata dell’attività di riscossione nazionale dei tributi. La mission del gruppo Equitalia è di contribuire a realizzare una maggiore equità fiscale, dando impulso, attraverso la riduzione dei costi a carico dello Stato e il miglioramento del rapporto con il contribuente, all’efficacia della riscossione. Equitalia, operativa dal 2006, è presente sul territorio nazionale, con esclusione della regione Sicilia, con 16 società partecipate.

Ufficio Legale

martedì 26 aprile 2011

Il prezzo non è indice di qualità

alimenti1.jpg Il consiglio di amministrazione del Consorzio di Tutela ha stabilito che la mozzarella di bufala a marchio Dop non possa costare meno di 9 euro al kg per garantire la qualità del prodotto ma il prezzo fa davvero la qualità?
In Italia i casi di prodotti lattiero-casearii posti sotto sequestro sono stati tanti e non erano solo quelli con un basso costo ma anche quelli certificati e garantiti con denominazioni Dop Doc e Igp cioè quelli in cui la Comunità Europea, l’Italia e la stessa regione ci avrebbero dovuto assicurare una certa tranquillità per l’acquisto.Il presidente del Consorzio di Tutela Luigi Chianese dichiara che “sarebbe impossibile vendere un’autentica mozzarella di bufala a meno di 9 euro al kg sia per la qualità della materia prima utilizzata, che per il numero e la frequenza di controlli”. La delibera del Consiglio di amministrazione del Consorzio prevede che, nel caso in cui il prodotto mozzarella di bufala Dop venga proposto ai consumatori a meno di 9 euro al kg, scattino i controlli da parte degli organismi preposti: per primi gli ispettori del Consorzio Tutela provvederanno al prelievo di campioni per effettuare le dovute analisi di accertamento attraverso i laboratori ufficiali di controllo.
I tanti controlli effettuati prima di questo provvedimento alla fine forse non sono stati sufficienti perché il mercato è stato inquinato molto e la credibilità in questi prodotti è scesa per la cattiva condotta dei produttori, quindi fare accertamenti solo su quelli che abbassano il prezzo, non sembra una mossa sufficiente ma solo un modo per limitare il mercato Il consumatore ha davvero la garanzia che il prodotto acquistato sia sicuro esclusivamente perché è stato stabilito un prezzo minimo di vendita?
L’unico modo per garantire la salubrità dell’alimento è la presa di coscienza, l’onestà di produrre e vendere i propri prodotti così da essere finalmente e sinceramente orgogliosi del prodotto made in Italy.

NE.ME.SYS.: lo speedtest dell'AGCOM

adsl.jpg Ne.Me.Sys. (Network Measurement System) è il software gratuito rilasciato dall’AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che permette di constatare se la velocità della propria ADSL corrisponde ai valori dichiarati e promessi nel contratto di attivazione dal relativo operatore.

Questo speedtest nasce in conseguenza all’approvazione della Delibera n. 244/08/CSP che stabilisce la facoltà di controllare la qualità degli accessi ad internet da postazione fissa e di confrontare la velocità di connessione dei diversi operatori.

Gli indicatori sui quali opera il software sono cinque:
·         Velocità di trasmissione dati - viene misurata tramite la trasmissione di un file di prova predefinito, trasmessi tra un sito remoto in cui è posizionato un client ed un server; separatamente per il downloading e per l'uploading
·         Tasso di insuccesso nella trasmissione dati - indica il numero di volte che una misura non è andata a buon fine, rispetto al totale della misure.
·         Ritardo di trasmissione dati in una singola direzione - misura quanto tempo occorre ad ogni singolo bit che parte dal nostro PC per raggiungere la sua destinazione
·         Tasso di perdita dei pacchetti - fornisce informazioni riguardo alla probabilità che i dati siano trasmessi con successo
·         Indisponibilità del servizio di accesso in dial up - fornisce informazioni riguardo alla probabilità che un cliente possa effettivamente accedere a Internet in modalità dial up.

Qualora i valori indicati siano inferiori rispetto a quelli fissati e promessi dall’operatore, il cliente può inviare un reclamo circostanziato nel quale chiede il ripristino dei livelli di qualità del servizio. L’operatore avrà l’obbligo di agire entro trenta giorni di tempo dalla presentazione del reclamo, oltre questo termine il cliente ha facoltà di recedere dal contratto senza penali per la parte relativa al servizio di accesso ad Internet da postazione fissa.

Link al sito ufficiale: https://www.misurainternet.it
Link per il download: https://www.misurainternet.it/nemesys.php

Ufficio Legale

Primo match sull'e-commerce

new-ecommerce.jpg Il Parlamento Europeo propone una direttiva che regola nel dettaglio tutti gli aspetti dell’e-commerce cioè quell’insieme di transizioni commerciali realizzate tramite internet. La proposta di direttiva della Commissione Europea andrà a conformare il mercato telematico basandosi sulle normative vigenti nei 27 stati membri. La direttiva europea sui “diritti dei consumatori” va a modificare la direttiva Ue n.31 del 2000 recepita in Italia con il decreto legislativo n.70 del 9/2003 che tratta della disciplina dell’e-commerce Il testo di legge è sostanzioso con oltre 1500 emendamenti e 4 direttive è stato votato dalla Commissione Mercato Interno del Parlamento Europeo che ha modificato la proposta di Commissione e Consiglio per venire incontro alle istanze di consumatori e associazioni. La direttiva prevede il diritto di restituzione del prodotto ovvero il diritto di recesso che in Italia è di 10 giorni e che verrebbe allungato a 28 .Nell’articolo 22 il testo recita “nel caso di contratto a distanza, il consumatore ha il diritto di chiedere al professionista di consegnare il bene o prestare il servizio in uno stato membro “ in questo modo i siti dovranno consegnare la merce in tutta Europa.Gli articoli 16 e 17 prevedono che il consumatore venga rimborsato dall’azienda non più in 30 giorni ma in 14, inoltre per gli ordini superiori a 40 euro ci sarà anche il rimborso per le spese di reso. Per la conclusione dei lavori si dovrà aspettare maggio, anche se le nuove norme andrebbero a modificare anche gli standard di protezione dei consumatori infatti in Italia quei consumatori che acquistano un prodotto difettoso potrebbero perdere il diritto di scegliere tra sostituzione o rimborso, scelta che, secondo Bruxelles, spetterebbe solo al venditore. Inoltre il commerciante non avrebbe più il dovere di informare il cliente in caso un prodotto non possa essere restituito.

L'Italia punta sull'energia verde?

energia_nucleare.jpg
Nucleare si, nucleare no. Questo è il dilemma che si sono posti milioni di italiani negli ultimi mesi in vista del referendum di giugno. A risolvere il quesito ci ha pensato in via anticipata il governo che ieri ha deciso, attraverso l’emendamento al cosiddetto decreto omnibus, di rinviare la realizzazione delle centrali nucleari (8 entro il 2020) previste dal programma del governo lanciato nel 2008.
Secondo un recente sondaggio Ipsos, gli italiani avrebbero comunque decretato la sconfitta del nucleare con l’opposizione del 78% contro il 17% dei favorevoli.
Quale sarà quindi lo scenario futuro? Il governo dovrà sviluppare una nuova strategia di politica energetica concentrandosi molto probabilmente sulle rinnovabili. L’energia in Italia prodotta dalle fonti rinnovabili si aggira intorno al 20,1%, quindi bisognerà investire soprattutto in questo settore. In tal caso proprio ieri è stato discusso un nuovo provvedimento relativo agli incentivi sul fotovoltaico, il quale prevede lo stanziamento di 6-7 miliardi di euro l’anno, utili nel raggiungimento dell’obiettivo di 23 mila megawatt (il 25% del fabbisogno italiano) di produzione fotovoltaica entro il 2016. Di fatto, il nuovo decreto prevede per il 2011 e 2012 un periodo transitorio di riduzione progressiva degli incentivi. Con i 23 mila megawatt previsti per il 2016 si ipotizza di arrivare alla cosiddetta grid parity, cioè la produzione fotovoltaica avrà costi pari alle altre tecnologie energetiche e potrà sostenersi senza bisogno di incentivi.
Queste decisioni verranno comunque ridiscusse durante la Conferenza per l’energia convocata subito dopo l’estate per delineare la nuova strategia energetica che rafforzi e potenzi il sistema produttivo ed energetico italiano per il prossimo ventennio.

martedì 19 aprile 2011

Insalata sana e sicura

insalata.jpg Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, commenta così l'approvazione in Commissione Agricoltura della legge sulle disposizioni relative alla preparazione, al confezionamento e alla distribuzione dei prodotti ortofrutticoli di quarta gamma: "Abbiamo approvato una legge che migliorerà le garanzie igienico-sanitarie e l'informazione dei consumatori in un settore centrale per l'agroalimentare italiano, colmando un vuoto legislativo che lasciava troppi margini di discrezionalità”. Il fatto che ad approvare questa norma sia stata la XIII Commissione agricoltura della Camera dei Deputati in sede deliberante, all'unanimità, rende questo nostro successo ancora più chiaro e concreto."
Nella legge sono definiti di 'quarta gamma' i prodotti ortofrutticoli destinati all'alimentazione, freschi, confezionati e pronti per il consumo che, dopo la raccolta, sono sottoposti a processi tecnologici di minima entità. La definizione è integrata con la descrizione delle fasi del processo di trasformazione, dalla raccolta sino al confezionamento. Tali fasi sono quelle della selezione, cernita, eventuale monda e taglio, lavaggio, asciugatura e confezionamento in buste o in vaschette sigillate, con eventuale utilizzo di atmosfera protettiva.
I prodotti di quarta gamma o ready-to-use o fresh cut sono una categoria di prodotti che sta avendo molto sviluppo nel mercato ortofrutticolo per motivi soprattutto socio-culturali, per vari motivi tra cui il cambiamento nello stile di vita, la durata ridotta della pausa pranzo a lavoro, l’incidenza del lavoro femminile e inoltre perché sono più genuini e salutari rispetto ai cibi pronti dei fast food.
I prodotti di quarta gamma fino ad ora non avevano disposizioni sui limiti di contaminazione batterica, ma solo blande regole sulla presenza di germi patogeni tra cui figura anche l’Escherichia coli, per il quale è previsto un limite di 100 ufc/g (unità formanti colonia per grammo). Il problema è venuto a galla perché, essendo alimenti che possono essere consumati fuori casa, non c’è sempre la possibilità di effettuare il lavaggio.
La nuova legge appena approvata, invece stabilisce regole di etichettatura e servirà anche a fornire istruzioni chiare al consumatore su come conservare al meglio le verdure confezionate; in più sono state approvate misure per imballaggi ecocompatibili per evitare l’uso della plastica.

Linea Amica la PA al tuo servizio

linea amica.jpg Lineaamica.gov.it è il nuovo portale che, attraverso l’erogazione di servizi informativi e assistenziali, collega i cittadini alla Pubblica Amministrazione. Ispirata ai principi europei di trasparenza, multicanalità, accessibilità e usabilità, l’interfaccia web garantisce un contact center di 200 esperti reperibili grazie ai sistemi chat e skype presenti nel portale. Questo sistema racchiude oltre 40.000 siti di Pubblica Amministrazione che negli ultimi tre anni hanno archiviato oltre un miliardo di documenti, dei quali è possibile prendere visione grazie ad un apposito motore di ricerca. Sul sito sono presenti: l’elenco dei diritti esigibili dal cittadino, le domande e risposte più frequenti e una rubrica comprendente 1700 numeri verdi gratuiti, 50.000 recapiti telefonici, indirizzi web e mappe della PA. Il portale consente inoltre di verificare costi e trasparenza delle PA e valutare le PA attraverso segnalazioni positive o negative.
Dopo la posta certificata on-line, il portale linea amica rappresenta un ulteriore passo in avanti verso la semplificazione delle procedure previste dalla Pubblica Amministrazione Italiana.

Ufficio Legale

Italiani, popolo di contestatori?

energie-rinnovabili2.gif Secondo l’analisi condotta nel 2010 dall’Osservatorio Media Permanente Nimby, gli italiani sarebbero ancora fortemente contrari alla realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.
Nimby (not in my back yard, non nel mio giardino), questa è la parola inglese che sta ad indicare un fenomeno in forte crescita come quello della contestazione da parte dei cittadini per protestare contro opere ritenute dannose per l’ambiente. Le proteste riguardano soprattutto le centrali elettriche che con il 58,1% comprende 186 casi contestati sui 320 totali. Il comparto elettrico si conferma quindi per il secondo anno consecutivo il settore più contestato; restano stabili, seppur con leggeri scostamenti i settori relativi al comparto dei rifiuti 32,5% (che negli anni passati, in conseguenza della situazioni in Campania aveva destato maggiori contenziosi locali) seguito da quello delle infrastrutture 5,3% (come nel caso della linea Tav ad alta velocità).
Di segno opposto è invece il trend che interessa gli impianti industriali, quali cementifici, impianti di trattamento oli, impianti di raffinazione, che registrano una crescita di oltre il 2% negli ultimi anni.
Il Nord Est risulta essere l’area con il maggior numero di impianti contestati, soprattutto nel territorio lombardo, veneto e toscano.
Nel tempo sono cambiati anche i contestatori: se da sempre i comitati locali portavano avanti queste battaglie, con le liste civiche in testa (60,1%), oggi gli oppositori emergenti e sempre più forti sono rintracciabili nella politica: sindaci e assessori in testa indifferentemente dal colore politico.
Il dato più importante però, è che alla base delle proteste ci sarebbe la scarsa informazione da parte dei cittadini che vedrebbero in queste opere un male per l’ambiente e per la qualità della vita.

venerdì 15 aprile 2011

Proposta di modifica decreto attuativo

ENERGIA: L’Antitrust chiede revisioni a Governo e Parlamento.

15-05-2011 energia.jpg L’Antitrust ha inviato una segnalazione a Governo e Parlamento in cui ha suggerito di apportare alcune modifiche al decreto attuativo della III Direttiva Europea affinché vengano evitati ostacoli alla concorrenza.
Secondo l’Autorità le correzioni riguarderebbero sei punti chiave.
Nel primo si segnala all’Esecutivo l’importanza a limitarsi di rendere noto al mercato le esigenze minime per ogni singolo impianto ed infrastruttura piuttosto che occuparsi della designazione degli obiettivi di ciascuno di essi. Questo per evitare effetti discriminatori tra Governo e le incumbent Eni ed Enel, delle quali è azionista.
Nel secondo l’Antitrust propone di rafforzare, rispetto a quanto attualmente previsto, l'indipendenza dell'Organo di sorveglianza, a favore di soggetti il più possibile indipendenti dall'impresa verticalmente integrata, ovvero l'Eni. Si sottolinea l’importanza dell’obbligo del rispetto di ulteriori requisiti di imparzialità da parte di due membri della “metà più uno” dell’Organo di Sorveglianza non sottoposti alla valutazione dell’Autorità per l’Energia e il Gas.
Il terzo è incentrato sul trasferimento dei poteri di proprietà e di controllo da Snam Rete Gas a Eni in merito alle attività di stoccaggio, rigassificazione e distribuzione del gas di Eni.
Nel quarto l’Autorità chiede che i tempi della verifica nazionale, fissata per il 3 marzo 2013, e di quella comunitaria siano resi omogenei.
Nel quinto per l’Antitrust è preferibile mantenere il regime di accesso regolato anche per i clienti non domestici, i quali attualmente possono accedere allo stoccaggio di modulazione attraverso condizioni negoziate.
Il sesto e ultimo punto evidenzia l’esigenza di una maggiore chiarezza sulle norme che indicano le fasi del processo di cambiamento del fornitore. Questa proposta eviterebbe le numerose proteste dei Consumatori presentate all’Autorità per l’Energia e il Gas.

Ufficio Legale

Il postino suona sempre due volte...MAGARI!

L’U.Di.Con. si è fatta carico delle numerose segnalazioni dei residenti di Civitella Cesi, una piccola frazione nel viterbese, che negli ultimi due mesi hanno ricevuto la corrispondenza postale solamente in due occasioni. Per questo motivo è stato necessario sottoporre la questione alle Poste Italiane sottolineando che questa situazione comporta ai cittadini l’impossibilità di pagare le fatture recapitate nei tempi regolari e di venire a conoscenza di comunicazioni di notevole importanza. A tale circostanza seguono l’accumulo di interessi in mora, la sospensione di servizi per mancato pagamento e l’incapacità di essere informati su atti amministrativi
L’U.Di.Con. ha chiesto a Poste Italiane di provvedere alla risoluzione immediata del disservizio ed al ripristino del regolare svolgimento del servizio di consegna della corrispondenza postale. Inoltre, la nostra associazione ha invitato le Istituzioni ad effettuare le dovute verifiche in merito al reclamo in oggetto.
Nell’attesa di ricevere una risposta concreta, i residenti di Civitella Cesi provvederanno ad effettuare una raccolta firme nei prossimi giorni.

Ufficio Legale

martedì 12 aprile 2011

Cala il prezzo dei farmaci

I farmaci non più coperti da brevetto avranno un calo di prezzo a partire da metà aprile, il provvedimento è stato varato a fine marzo e lo ha stabilito l’Agenzia Italiana del Farmaco. I farmaci di classe A, cioè quelli rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, avranno una diminuzione, così da poter contenere la spesa farmaceutica che porterà ad un risparmio di svariati milioni l’anno. I prodotti chiamati in causa sono 4.011, tutti appartenenti alla classe A che comprende anche diversi antibiotici e antinfiammatori, che possono essere acquistati anche senza ricetta. Questa soluzione permette la diminuzione del costo delle spese in prodotti farmaceutici, dai bilanci sulla sanità pubblica. I tagli sono stati effettuati dai tecnici dell’AIFA facendo una media con i prezzi della specialità vendute anche in Europa. L’operazione fa bene alle casse dello stato, fa bene quindi ai cittadini, ma non piace alle industrie che vedono il calo del prezzo come un calo nella quota di mercato.
Questi sono alcuni aggiornamenti sui prezzi dei farmaci :
Brufen 30 compresse da 600 mg da 4,49 a 3,72
Oki granulato per soluzione 80 mg da 3,43 a 2,84
Aulin 30 compresse da 100 mg da 2,60 a 2,36
Zovirax sospensione da 100 ml in flacone da 15,30 a 13,90
Zimox 12 capsule da 500 mg da 2,94 a 1,90
Voltaren compresse a rilascio prolungato da 100 mg da 5,31 a 4,82

lunedì 11 aprile 2011

Tasse locali più alte

Negli ultimi 10 anni le tariffe dei servizi pubblici sono cresciuti più dell’inflazione. Nei primi mesi del 2011 molti comuni hanno già ritoccato le tariffe in settori molto importanti, incrementando le entrate tributarie nelle casse comunali. Gli incassi maggiori si sono registrati soprattutto grazie agli aggiustamenti apportati alla Tarsu (aumentati del 15,8%), la tassa sul servizio rifiuti che varia da regione a regione. Il servizio, secondo un recente rapporto, costerebbe di più al Sud, dove funziona peggio e meno al Nord, dove in media i risultati sono migliori: nel Mezzogiorno, considerando un appartamento di 80 metri quadri con tre occupanti, si spenderebbero intorno ai 210 euro l’anno, nelle isole si sale a 230. Al Nord Est si scende a 192 euro, al Nord Ovest a 184 per arrivare al Centro dove la spesa annua si aggira intorno ai 182 euro.
Altra voce che ha subito degli aumenti è quella sull’acqua, che negli ultimi 10 anni ha subito un incremento del 55%. Le differenze di prezzo, in questo caso, hanno una loro giustificazione territoriale visto che portare l’acqua nelle case in pianura non è la stessa cosa che in montagna. Ipotizzando un consumo di 200 metri cubi d’acqua l’anno, la spesa annuale in Toscana arriva a costare 462 euro, mentre le regioni più economiche sembrano essere il Molise (109 euro) e la Lombardia (104 euro).
Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, infine, rispetto a pochi mesi fa il prezzo del biglietto dell’autobus è aumentato di parecchio, tra ottobre 2010 e marzo 2011 del 25% a Genova, 20% a Bologna, Brescia e Parma fino al 33% a Lodi. Nei prossimi mesi si prevedono nuovi ritocchi in Lombardia in cui ci sarà un rialzo del 10% a partire dal primo maggio, così come in Piemonte dove si prospetta un aumento del 20%.
Il dilemma che attanaglia i consumatori rimane uno: le maggiori spese si tradurranno in un miglioramento della qualità dei servizi?

venerdì 8 aprile 2011

Contratti tipo: online la banca dati

L’Antitrust e le Camere di Commercio Italiane hanno creato una banca dati di contratti tipo con la finalità di tutelare i consumatori contro le clausole vessatorie. Secondo l’articolo 33 del Codice del Consumo, per “clausole vessatorie” s’intendono quelle note presenti “nel contratto concluso tra il consumatore ed il professionista che, malgrado la buona fede, determinano a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto”. Nella maggior parte dei casi, i testi dei contratti, oltre ad essere difficilmente leggibili a occhio nudo, nascondono clausole ambigue e poche chiare, rendendo insufficientemente trasparenti diritti ed obblighi delle parti. Le Camere di Commercio, grazie alla legge 580/1993, hanno la facoltà di servirsi dei contratti tipo al fine di evitare preventivamente la comparsa di inconvenienti tra consumatori e imprese e di assicurare regole di trasparenza e di equità nella fase di stesura.
La lista dei settori dell’iniziativa in questione include artigianato, commercio, edilizia, immobiliare, servizi, trasporti e turismo. Ad ognuno di questi è associato il contratto tipo, il codice etico e il parere degli esperti, dove vengono indicate le clausole giudicate vessatorie.
Quindi prima di firmare un contratto e cadere in tranelli indesiderati vi consigliamo vivamente di visitare il sito internet www.contratti-tipo.camcom.it.

Ufficio Legale

mercoledì 6 aprile 2011

NOVITÀ SU ALIMENTI OGM E CLONATI

S’invoca a gran voce alla salubrità, alla sicurezza degli alimenti e poi non si arriva a nessun accordo sull’etichettatura dei cibi alterati. Il cittadino non deve sapere cosa sta mangiando, altrimenti ha la possibilità di scelta. Tutto questo viene deciso a Bruxelles dove non si è raggiunto l’accordo del Parlamento e del Consiglio Europeo sull’etichettatura della carne importata, per risolvere la questione che riguarda gli animali clonati e i loro discendenti. Così sulle nostre tavole potrà arrivare carne clonata a nostra insaputa. Secondo le analisi della Coldiretti, basate sui dati ISTAT, l'Italia nel 2010 ha importato carne fresca, congelata o refrigerata per ben 18 milioni di chili dal Brasile, per 9,3 milioni di chili dall'Argentina e per 1,3 milioni di chili dagli Usa, ossia proprio alcuni dei paesi in cui la pratica della clonazione si è diffusa più rapidamente. Per tale ragione le importazioni di carne proveniente da questi Paesi dovrebbero essere controllate con particolare attenzione in Europa e in Italia.
Se questi alimenti sono così sani e non ci sono pericoli, perché non può essere indicata la generazione? qual è la paura delle aziende nel sottolineare la clonazione dell’animale? in più ci saranno differenze nei costi della carne? sarà più o meno costosa? farà male? ne subiremo le conseguenze nei prossimi anni ?
Ma non c’è tempo di porsi certe domande che dalla Cina arrivano le prime informazioni su sperimentazioni che riguardano mucche che grazie a modificazioni genetiche riescono a produrre latte umano con l’aggiunta di lisozima lattoferrina e grassi al 20%.
Per i ricercatori cinesi, la bevanda "Potrebbe essere un'alternativa all'allattamento al seno e ai vari latti artificiali che spesso sono criticati come un'alternativa insufficiente per il neonato".
Un brivido però attraversa la schiena se pensiamo al futuro, animali che da secoli vengono allevati dall’uomo non sono più sufficienti per le sue esigenze economiche, la loro salute è sempre meno importante, l’industria alimentare dovrebbe avere più cura poiché dipendiamo da quello che mangiamo dipendiamo.
La possibilità di mangiare sano, alimenti non inquinati e non trattati, anche se esteticamente poco allettanti, può evitarci molte malattie e fornirci tutti i macro e micro elementi di cui abbiamo bisogno, senza così ricorrere a cure farmaceutiche. Dobbiamo essere più consapevoli e più attenti così da non farci schiacciare dalle aziende e dalle loro esigenze, il consumatore non è l’ultimo anello della catena ma il primo.

GRATTA E VINCI NEGLI UFFICI POSTALI

L’U.Di.Con. (Unione per la Difesa dei Consumatori), in qualità di associazione per i diritti dei consumatori, ha inoltrato all’Antitrust una richiesta di avvio istruttoria nei confronti di Poste Italiane S.P.A.
L’istanza è stata presentata recentemente a seguito della segnalazione di diversi associati e consumatori riguardo al fatto che, da diverso tempo, Poste Italiane S.P.A. provvede negli uffici postali alla distribuzione e vendita di biglietti “Gratta e Vinci”, sia per mezzo di distributori automatici installati all’uopo, sia direttamente agli sportelli.
Ufficio Legale

Per vedere il comunicato stampa completo:
http://www.udicon.org/public/file/comunicato%20stampa.pdf

martedì 5 aprile 2011

QUARTA GIORNATA IN PIAZZA PER L’ENERGIA

Domenica 3 Aprile 2011. Dopo le due giornate romane nei mesi di febbraio, e quella ad Albano laziale tenutasi la scorsa settimana, L’U.Di.Con è scesa di nuovo in strada con l’allestimento di un gazebo informativo in P.zza Mazzini.
La giornata di ieri è stata una delle tante negli ultimi tre mesi, che rientra nel progetto “Insieme doniamo energia all’ambiente”, promosso dall’Associazione per sensibilizzare i cittadini sulla tutela dell’ambiente e la riduzione dell’inquinamento. Il progetto intende diffondere e promuovere la cultura del risparmio energetico e l’educazione ambientale attraverso l’informazione diretta alla cittadinanza. Il contatto diretto rimane, infatti, il modo migliore per coinvolgere la popolazione in un tematica di importanza vitale soprattutto per il futuro.L’iniziativa ha avuto un considerevole successo soprattutto da parte di giovani e famiglie, interessati ad avere informazioni sulle agevolazioni e finanziamenti da parte del governo per interventi di ristrutturazione e manutenzione miranti al risparmio energetico. La campagna continuerà nei prossimi mesi, in altre piazze del territorio laziale.

lunedì 4 aprile 2011

Consumatori preoccupati per l'inflazione

L’aumento dell’indice dei prezzi sembra non arrestarsi. Secondo l’Istat l’inflazione è arrivata al 2,5% nel mese di marzo, toccando il punto più alto dal febbraio 2008.
A spingere l’indice dei prezzi verso l’alto, secondo l’Istat, sono soprattutto i generi alimentari insieme ai carburanti e ai prodotti energetici. Per quanto riguarda il settore alimentare, ad incidere sin maggior misura è l’aumento dei prezzi di latte e derivati (4,1% di più rispetto all’anno precedente) e frutta fresca (+ 5,7%).
L’aumento risente ovviamente delle tensioni sui prezzi dei carburanti: non poteva essere diversamente con la crisi libica in pieno svolgimento e il rincaro del prezzo della benzina che registra un incremento del 12,7 % rispetto a marzo 2010, nonché quello ancora più forte del gasolio che ha subito un’impennata del 18,4% annua.
A sostenere la dinamica dei prezzi sono soprattutto gli incrementi nel settore dei trasporti: all’interno di questo capitolo sono inclusi i voli aerei che sono aumentati in un mese del 12,7%, anche se l’aumento in parte legato a fattori stagionali e le assicurazioni sui mezzi di trasporto (+5,8%). Tutto ciò peserà nelle tasche dei consumatori che si ritroveranno a spendere 1240 euro in più rispetto all’anno precedente.

Rincari e bonus dall'AEEG

L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas afferma che, a partire dal primo Aprile, i prezzi dell’energia elettrica aumenteranno del 3,9% e quelli del gas naturale del 2%. Traducendo il tutto in termini monetari, la spesa media annua dell’energia subirà un aumento di 16,5€, mentre per il gas naturale il rincaro sarà di 21€ l’anno. Questo incremento è dovuto sia alla crescita incessante delle quotazioni petrolifere sia agli incentivi finanziari sull’energie rinnovabili. Allo stesso tempo, ai nuclei familiari numerosi o in disagio economico sono stati erogati 2.800.000 bonus (2.100.000 per l’elettricità e 700.000 per il gas) equivalenti a circa 460 milioni di euro. Attraverso questi buoni è possibile risparmiare fino al 20% sulla bolletta dell’energia elettrica e il 15% sul gas. I due bonus sono cumulabili e consentono di ottenere una riduzione complessiva annua della spesa energetica tra 75 e 388 euro. L'esatto valore dei bonus dipende dalla numerosità del nucleo famigliare, dalla zona climatica di residenza e dal tipo di utilizzo del gas (per cucina, riscaldamento etc).
I bonus possono essere richiesti e rinnovati annualmente dalle famiglie in disagio economico (ISEE inferiore a € 7.500) o numerose (con oltre tre figli a carico ed ISEE inferiore a € 20.000) e da ammalati che utilizzano apparecchiature elettromedicali salvavita. Maggiori informazioni sono disponibili al numero verde 800166654 dello Sportello per il Consumatore.

Ufficio Legale