mercoledì 1 giugno 2011

Telefonia e web, nuove norme dall'UE

tele e web.jpg Novità in arrivo nel settore delle telecomunicazioni per i cittadini dei paesi dell’Ue. Da domani, mercoledì 25 maggio, gli stati membri saranno tenuti ad attuare a livello nazionale le norme nella suddetta materia, per aumentare la competitività del settore e offrire migliori servizi nella telefonia fissa, mobile e internet.
Attualmente, sono già previste una serie di disposizioni volte a tutelare gli interessi di utenti e consumatori in genere, ma la Commissione ha introdotto delle nuove condizioni, al fine di aggiornare e chiarire la direttiva sulla protezione dei dati , in particolare contro la violazione di dati personali o spam (e-mail indesiderate) in ragione degli sviluppi tecnologici; rendere obbligatoria l'estensione del numero europeo per le chiamate di emergenza 112; mantenere e consolidare gli obblighi esistenti per quanto riguarda la gestione dei reclami e la composizione delle controversie; aumentare la trasparenza dell'informazione (anche sulle tariffe) per i consumatori; imporre ai fornitori di pubblicare informazioni sulla qualità del servizio ad uso dei clienti.
Per quanto riguarda la telefonia, oltre al passaggio da un operatore fisso a uno mobile senza dover cambiare il proprio numero di telefono, si prevede che i contratti iniziali di abbonamento per i clienti avranno una durata massima di 24 mesi e gli operatori saranno obbligati a offrire contratti di 12 mesi (facilitando il passaggio ad un altro operatore nel caso di offerte più convenienti).
Gli utenti di Internet dovranno invece ricevere informazioni in merito alle tecniche di gestione del traffico e al loro impatto sulla qualità del servizio, così come eventuali altre limitazioni (limiti di larghezza di banda, velocità di connessione disponibili, blocco o strozzatura dell'accesso a taluni servizi come i servizi VoIP); i contratti dovranno inoltre contenere informazioni dettagliate relative ai rimborsi e alle compensazioni offerte qualora tali livelli minimi non siano raggiunti.
L’Italia dovrà quindi adeguarsi a breve alle nuove direttive, altrimenti rischia dei provvedimenti di infrazione da parte della Commissione.

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