giovedì 5 maggio 2011

Record storico della benzina

record benzina.jpg Che l’Italia fosse il Paese con il prezzo più alto della benzina (13% superiore alla media europea) è risaputo, ma proprio in questi giorni ha raggiunto un nuovo record, sollevando numerose proteste. La benzina ha toccato il record di 1,6 euro al litro in conseguenza di due manovre: l’aumento dell’accisa da parte del governo e la speculazione sui prezzi delle compagnie che si ripercuote sui gestori delle stazioni di rifornimento.
I primi segnali dell’aumento si sono percepiti già da martedì quando Eni ha iniziato un ritocco ai prezzi, avviando un processo di corsa al rincaro che vede Tamoil in testa con un aumento di 0,6 centesimi arrivando a 1,599 euro al litro; mentre per quanto riguarda il gasolio il prezzo massimo è quello di TotalErg che ha superato la soglia di 1,5 euro al litro.
L’Unione Petrolifera ha precisato che i “recenti andamenti dei prezzi dei carburanti sono assolutamente in linea con l’evoluzione delle quotazioni internazionali che per la benzina nell’ultimo mese sono cresciute di oltre 2 cent/litro”.
Sta di fatto che a pagarne le conseguenze come al solito saranno gli italiani, in particolare il Piemonte, Veneto e Bolzano (dove il prezzo della verde ha raggiunto 1,632 euro al litro), ma soprattutto nel Mezzogiorno dove la soglia di 1,6 euro/litro è stata superata da tempo a causa degli addizionali regionali.
Il vero problema è legato soprattutto alla scarsa liberalizzazione di questo settore nel nostro Paese: le “pompe bianche” (stazioni di rifornimento non legate ai marchi delle principali compagnie petrolifere) che applicano tariffe più convenienti, sono ancora troppo poche e diffuse al Nord.

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